La terra del Costa Rica è qualcosa che non si immagina finché non si arriva li. Lo slogan nazionale “pura vida” non potrebbe essere più azzeccato. La vita e la morte sono ovunque, rincorrendosi costantemente in una natura selvaggia che racchiude il 5% della biodiversità del pianeta. Per gli appassionati di fotografia è una sorta di paradiso, ovunque ci si imbatte in animali e paesaggi da National Geographic.
Sulla spiaggia dove ho scattato questa foto c’era di tutto, dalle scimmie alle iguane e sono pure stato attaccato da uno sciame di strane formiche volanti costringendomi a gettare vestiti e macchina fotografica e buttarmi in mare per farle smettere. Tornato a riva però ho notato questo indaffarato paguro, non so dove stesse andando ma sembrava deciso nelle sue intenzioni. Ho iniziato a seguire una delle regole base della fotografia naturalistica, mettermi allo stesso piano dello sguardo dell’animale da ritrarre. E scatto dopo scatto è uscita questa fotografia che ho titolato “prospettiva” e che è stata candidata alla competizione Wild Life Photographer of the Year 2016.
Quello che per me non era altro che un’orma sulla sabbia, per questo paguro era un ostacolo insormontabile. Arrivato li, si è fermato qualche secondo, poi si è guardato intorno e ha iniziato a cercare di prendere un percorso alternativo. Ma in quei pochi istanti in cui stava osservando e quindi pensando e calcolando il percorso, mi sono chiesto quale fosse la prospettiva sul mondo di questa piccola e instancabile creatura che può arrivare a vivere anche anni. Non avrò mai una risposta a questa domanda, ma quello sguardo cristallizzato in fotografia mi fa riflettere su quanto sia importante ogni tanto porsi nella prospettiva dell’altro. Un esercizio che però molto raramente facciamo.
Gallery Costa Rica.
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