Arrivati in Slovenia si abbandonano concetti quali il traffico e ci si lascia a vallate di incredibile verde. Vicino al confine con l’Italia scorrono le acque del fiume Isonzo che oltre confine prendono il nome di Soča. Una volta raggiunto Kobarid (Caporetto) si inizia ad intravedere lo svettante Monte Krn (Nero).
Una zona che durante la Prima Guerra Mondiale è stata pesantemente contesa tra le due armate e che ha visto feroci ed incredibili combattimenti sia sulle aspre vette che più in basso in valle. Prima di inerpicarsi tra le rocce di Monte Nero meritano sicuramente una visita sia il Museo della Guerra di Caporetto che l’adiacente punto informativo della Fondazione Poti Miru. Una visita a queste due istituzioni vi permetterà di salire in vetta consapevoli del bagaglio di storia e sangue che questo monte porta con se.
Per salire ci sono diversi sentieri di accesso. Personalmente ho optato per il più arduo, la Via Ferrata Silva Korena (Via Koren) che sale quasi in verticale verso la vetta. Lasciata l’auto nell’incantevole villaggio di Drežnica (550 metri) nel parcheggio antistante all’inizio del sentiero si comincia a salire per un facile sentiero che si alterna tra prati e boschi fino al bivio situato a 837 metri dove andando a destra si sale per un più “facile” sentiero, mentre andando a sinistra si va in direzione del Bivacco na Cmiku (1160). Superato il bivacco, dopo aver affrontato già un dislivello che dai 550 porta ai 1160 metri si inizia a salire per rapidi pendii fino ad un nevaio da superare per iniziare la via ferrata a circa 1350 metri. Da qui in poi si prosegue per sentieri molto verticali solo in parte attrezzati.
La cartina topografica indica tutta la via ferrata Koren come tratto ferrato/attrezzato. In realtà solo alcune parti del percorso, che dai 1350 metri porta a ridosso della vetta a 2182 metri, è provvisto di cavo di sicurezza.
Le valutazioni sono sempre soggettive ma chiunque soffra anche un minimo della verticalità non potrà affrontare questo sentiero in quanto sono numerosi i tratti dove un banale inciampare potrebbe avere conseguenze molto gravi.
Un percorso da affrontare in periodo estivo la mattina all’alba in modo da poter gestire il pesante dislivello di quasi 1700 metri a salire in ombra e poter arrivare prima che si formi il cappuccio di nebbia che spesso avvolge la cima. Un percorso che richiede gli adeguati equipaggiamenti quali DPI – Dispositivi di Protezione Individuale (kit ferrata, imbrago, caschetto) oltre che ovviamente scarponi, guanti, giacca etc.
E’ assolutamente necessario un gran allenamento fisico. Vista la tipologia di percorso è imprescindibile anche affrontarlo in condizioni climatiche perfette onde evitare pioggia e temporali che potrebbero comportare notevoli difficoltà e pericoli.
Alla fine del percorso si arriva al rifugio Gomiščkovo zavetišče dove si possono mangiare delle ottime zuppe tradizionali guardando l’ampio panorama che si apre davanti. Il cortesissimo personale parla inglese fluentemente.
Tutto attorno al Rifugio si può osservare ancora la pesante eredità della guerra, trincee, rotoli di filo spinato e via discorrendo.
Una volta apprezzato l’ampio panorama abbiamo iniziato la discesa per l’altro versante che, come unica difficoltà, presenta la lunghezza del percorso dovendo rientrare fino al villaggio di Drežnica.
Come scrivevo all’inizio ci sono diverse vie di accesso alla vetta, forse la più rapida e con minor dislivello è quella che, una volta superato il villaggio di Krn, permette di iniziare il percorso lasciando l’auto all’altezza di Baita Kuhninja (1000 metri). Per questa via non ci sono particolari difficoltà se non quelle classiche di un ambiente in quota.
Non mi resta che augurarvi un’incredibile avventura!
Vi indico il link al Museo della Guerra di Caporetto,
E qui quello della Fondazione Pot Miru.
Questo post è frutto di valutazioni soggettive con lo scopo di fornire un’idea del percorso che si va ad affrontare. Chiunque decida di cimentarsi in un percorso di montagna deve farlo sotto la propria responsabilità, secondo le sue proprie valutazioni, con la dovuta esperienza ed equipaggiamenti al fine di non mettere in pericolo la propria e l’altrui incolumità.
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