Luna rossa, luna d’eclissi.
Rientrando la sera a Milano, un’enorme luna si intravedeva pallida tra i grattacieli. Uno spettacolo di rara bellezza che mi stava rendendo difficile mantenere lo sguardo sulla strada. La radio annunciava che durante la notte ci sarebbe stata l’eclissi di luna. Un’eclissi che avrebbe fatto diventare la luna di un intenso colore rosso, con apice intorno alle cinque e mezzo del mattino.
La luna ha sempre affascinato l’uomo sin dall’alba dei tempi. Così vicina e così irraggiungibile allo stesso tempo. Con il suo calore ha scaldato, scalda e scalderà gli innamorati che la sera si trovino ad ammirarla.
Rimango indeciso se fare o meno la levataccia per ammirarla nel pieno del suo splendore rosso.
Mentre la tarda sera avanza lasciando spazio alla notte, mi tornano alla mente le note dell’allegra canzone degli anni 30 cantata dal Trio Lescano “questa sera, fuori città… ho un appuntamento con la luna…” e mi convinco che, da buon innamorato di lei, non possa mancare a quell’appuntamento.
Puntuale alle 4.40 suona la sveglia, so che la luna è la fuori che aspetta ma il sonno ed il letto caldo stanno giocando un brutto gioco. Molte belle fotografie sono scattate ad orari improponibili. Così mi faccio forza, mi preparo una moka e mi sveglio tra il profumo del caffè.
La luna è lì fuori, si vede dalla finestra di casa, ma sta per sparire dietro al palazzo. La luce della parte ancora illuminata dal sole contrasta troppo con la parte scura. Devo aspettare ancora un po’ e andare all’appuntamento, proprio come dice la canzone: “fuori città”.
La notte prima dell’alba è per me un momento magico, la città dorme ed è stranamente silenziosa. Solo gli uccellini rompono quel silenzio magico con il loro canto. Le sole luci sono quelle gialle e fioche dei lampioni.
Mentre mi dirigo fuori città la luna ricompare, è un disco scuro. Quasi inquietante. L’eclissi ora è totale.
Tiro fuori il cavalletto, preparo il teleobiettivo, imposto la macchina fotografica ed ecco che si dissolve la foschia che velava la luna dandole quell’aspetto spettrale.
E’ rossa, affascinante e grande. Mi viene alla mente una canzone cantata da Renato Carosone negli anni 50. Il cantante parla con la luna rossa, “E ‘a luna rossa me parla ‘e te, io le domando si aspiette a me, e mme risponne: “Si ‘o vvuó’ sapé, ccá nun ce sta nisciuna…” Una canzone che mi ha già accompagnato in tanti viaggi on the road notturni, con quella luna appesa al cielo ma oggi, rossa lo è per davvero.
Uno spicchio di luce ricompare sulla parte alta della luna, lo spettacolo è bellissimo. Sembra di essere nel vivo di Star Wars. La luce diventa sempre più forte, la parte ancora oscurata dalla terra diventa sempre più scura, quasi nera.
Rimango ammaliato fino a che la luna scompare del tutto nella manta della foschia mattutina nell’alba che avanza.
Un secondo caffè mi aiuta a reggere la levataccia, ne è valsa la pena e si inizia a lavorare due ore prima rispetto al normale. La giornata sarà ancora lunga. Prossimo appuntamento con la luna rossa? Chissà.
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