Il viaggio porta con se necessariamente delle emozioni forti perché ci porta fuori dalla nostra routine. Emozioni che spaziano dall’entusiasmo della pianificazione all’adrenalina della partenza, dalla resistenza quando i chilometri si fanno troppi a quello stato mentale di relax e gioia mentre il mondo scorre al lato del cruscotto. I viaggi più interessanti sono quelli più improbabili e più lontani dalle rotte turistiche. Ci portano a contatto con culture diverse, modi di vivere e personalità distanti, non solo geograficamente, da noi. Infine c’è quella sete di scoperta che più ne assapori e più ti asseta e quei chilometri che scorrono. Ho viaggiato infinite notti, su strade dove accanto trovavo solo camion solitari e, su appesa nel cielo, una piccola falcetta di luna e le stelle. Di una di queste volte è proprio questa fotografia.
Se, tra una cosa e l’altra siamo sempre presi dalle nostre faccende, ogni tanto dovremmo dare sfogo a quella sete di scoperta, che mi sembra così ben descritta dalle parole di Jack Kerouac nel suo libro “On the Road”:
“Perché per me l’unica gente possibile sono i pazzi, quelli che sono pazzi di vita, pazzi per parlare, pazzi per essere salvati, vogliosi di ogni cosa allo stesso tempo, quelli che mai sbadigliano o dicono un luogo comune, ma bruciano… bruciano… bruciano come favolosi fuochi artificiali color giallo che esplodono come ragni attraverso le stelle e nel mezzo si vede la luce azzurra dello scoppio centrale e tutti fanno ooohh.”
E i pazzi in questa maniera non sono tanti, bisogna andare a trovarli.
Buon viaggio.
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